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Kit a Ty

Ty,


ho bisogno di parlare con qualcuno, ma non voglio farlo né con Julian né con Emma. E neanche con Jem o Tessa. Quindi dovrò rivolgermi a te. E questo significa che non potrò mai e poi mai inviare questo messaggio, e che tu non potrai mai e poi mai leggerlo. Una volta concluso, lo brucerò in giardino, in modo da non avere la tentazione di spedirlo.


Tra parentesi, qui i giardini sono davvero splendidi. Immagino che tu lo sappia, dal momento che ci sei stato. Ci sono una vecchia serra georgiana e un piccolo stagno con ninfee e rane e panchine da cui poterli osservare, e poi pure un giardino circondato da mura; è proprio bello passeggiare lì con Mina. Non ho mai avuto sorelle o fratelli prima, come ben sai, ma stare insieme a lei mi fa capire meglio cosa provavi per Livvy. Cosa provi per lei ancora adesso, immagino. Non sto dicendo che ti perdono. Solo che forse capisco un po’ meglio.


Blackthorn Hall è ancora in restauro, ovviamente, e ci sono fate ovunque impegnate nei restauri. Pare che si tratti di brownie, e sebbene non stiano facendo nulla di particolarmente interessante – tolgono le erbacce, trasportano carriole di terriccio e chissà che altro – non riesco a distogliere lo sguardo da loro. In pratica non vedevo una fata da… beh, da quando ci siamo ritrovati in battaglia con loro. Non mi ero mai reso conto di quanto rigidamente venissi tenuto lontano da loro. Fino ad ora.


Dovrei davvero tenermi a distanza, perché tutte le volte che mi avvicino abbastanza perché mi parlino, fanno qualcosa che mi manda fuori di testa. Il capomastro, un tizio di nome Round Tom – non è neanche così rotondo, ad essere sinceri – la prima volta che mi ha visto ha fatto questa specie di saltelli in cerchio e ha cominciato a gesticolare in modo strano, e poi mi ha rivolto un inchino. Per tutta risposta io ho girato sui tacchi e me ne sono andato nella direzione opposta, come se mi fossi appena ricordato di aver dimenticato qualcosa.


E poi il Generale Winter, il Generale Winter di Kieran, era lì ad aiutare – Julian dice che serve a tenere in riga tutti i lavoratori, dal momento che di Round Tom non hanno paura, ma del Generale Winter sì – e lui sapeva che sono il Primo Erede. Come lo sapevano i Cavalieri.


I Cavalieri i cui cavalli ho fatto sparire nel nulla. O qualcosa del genere. Non so se torneranno mai. Non sembra saperlo nessuno.


Mi sono sforzato di fingere di non aver sentito nemmeno il Generale Winter, ma ci trovavamo proprio all’aperto, e sarebbe stata una bugia troppo ovvia. Quindi, quando si è rivolto a me con il nome di Primo Erede, l’unica risposta a essermi venuta in mente è stata: “Sono io. O, almeno, è questo che mi è stato detto.”


“Se così ti è stato detto,” ha replicato lui, “allora è la verità, poiché noi non mentiamo.”


Volevo rispondergli: amico, ho lavorato per anni al Mercato delle Ombre di Los Angeles. Le fate fanno roba losca di ogni tipo. Però ho detto: “Non ho davvero idea di cosa dovrei farci.”


Il Generale Winter mi ha osservato con un’espressione pensierosa in viso, e poi ha risposto: “Non è necessario che tu faccia nulla, per ora. In effetti, è molto probabile che per ora sia questa la linea d’azione più saggia. Giacché nella Terra delle Fate le cose sono molto strane, al momento.”


“Che intendi?” ho chiesto.


“Ci sono dei disordini,” ha spiegato lui, lentamente. “Girano voci sulla Corte Seelie. E Madre Hawthorn vaga di nuovo.”


Prima che potessi chiedergli delucidazioni su una qualsiasi di quelle affermazioni, Round Tom ci ha raggiunti di corsa. “Cugini.” (Avevo dimenticato che talvolta le fate si chiamano così a vicenda, e la cosa mi ha fatto rabbrividire un po’, come se mi stesse dicendo: sei uno di noi.) “Ho trovato qualcosa. Vi prego di seguirmi.”


Ci ha condotto presso uno dei grossi platani. A breve distanza dal tronco si trovava un buco enorme, e dall’altro lato dell’albero c’erano due cavalletti a reggere una bara.


O almeno penso che fosse una bara. Era sfasciata, mezza marcia, con crepe ovunque e ricoperta di terra. L’avevano ovviamente tirata fuori dal buco.


“Una tomba?” ha domandato il Generale Winter mentre ci avvicinavamo; Round Tom stava scuotendo la testa.


“Non avremmo mai disturbato una tomba,” ha affermato. “Qui però non giace nessuno. Solo magia, e di quella potente e oscura.” È indietreggiato. “Guardate all’interno.”


Mi sono fatto più vicino. In effetti, nella bara c’era un mucchio di roba a caso. Sembrava tipo… beh, hai presente come venivano seppelliti i faraoni dell’antico Egitto con tutti i loro averi? Era più o meno così, ma presumo che fosse per uno Shadowhunter; solo che gli averi in questione erano una selezione strampalata. Era tutto sporco e rotto, e perlopiù si trattava di semplice spazzatura – cartacce e piccoli vasetti e pezzi di stoffa e l’elsa di una spada senza lama, questo genere di cose.


“Quanto è antica?” ho chiesto, e Round Tom si è sporto e ha tirato fuori dalla bara una bottiglia di liquore. L’etichetta era parecchio sbiadita e logora ma era stampata in stile vittoriano. Mi sono chiesto se Jem o Tessa sarebbero stati in grado di ipotizzare chi fosse il proprietario di quel ciarpame.


“Hai detto che c’era magia qui?” gli ho domandato.


“Magia oscura,” ha confermato in tono grave Round Tom. “Magia selvaggia.”


“La maledizione?” ha chiesto il Generale Winter.


L’espressione di Round Tom si è rasserenata e ha scrollato le spalle. “Forse no. In verità, è di natura assai meno demoniaca della maledizione sulla casa. Ma dal momento che è dalle radici di un albero qualsiasi che arriva richiede approfondimenti. Ci sono due oggetti che potrebbero risultare interessanti.”


Ha rimosso un po’ del disastro all’interno della bara e rivelato il fodero di una spada. Era davvero molto bello. Scusa, questo non basta a descriverlo. Era un fodero davvero molto molto bello. Aveva bisogno di essere ripulito, ma era chiaramente bellissimo e, ne sono sicuro, di valore. Era di acciaio, ma ricoperto di un intarsio dorato di foglie e uccelli. C’erano anche delle rune, quindi a un certo punto dev’essere appartenuto a uno Shadowhunter.


“Bello,” ho commentato.


“Non è solo ‘bello’,” ha risposto il Generale Winter. “È chiaramente un lavoro di Lady Melusine in persona. Notate come non si sia deteriorato affatto?”


Round Tom ha messo su un’aria d’importanza. “E tuttavia questo è l’oggetto di minor interesse tra i due,” ha dichiarato. Con un gesto drammatico che aveva palesemente studiato in anticipo, ha spinto tutte le altre cianfrusaglie da una parte, lasciando scoperta…


“Quella è…una pistola?” ho chiesto.


“Una di quelle armi mondane, sì,” ha confermato Round Tom. L’ha sollevata come se ci fosse il rischio che sparasse, sebbene fosse arrugginita e ricoperta di terra. Si trattava di un revolver. Non c’era nulla a contraddistinguerlo da un qualsiasi dei revolver nei milioni di film di gangster o western che esistono – mi sa che se avessi davvero avuto intenzione di inviare questo messaggio a Ty, avrei dovuto spiegargli cosa sono i western.


Ad ogni modo, la grossa differenza stava nel fatto che quest’arma fosse ricoperta di incisioni, rune e parole, ed era ovviamente magica da far schifo. (Che significa… oh, lasciamo perdere il significato.)


“Ma gli Shadowhunters non usano le pistole,” ho fatto notare.


“È così,” ha confermato il Generale Winter. Ha sollevato la pistola con sorprendente familiarità e l’ha puntata in direzione di un albero nelle vicinanze. Ha provato a far fuoco, ma l’arma ha emesso solo un clic – il cilindro non si è neanche mosso.


“La ruggine l’ha bloccata, probabilmente,” ha detto Tom. Il Generale Winter me l’ha passata per permettermi di guardarla. La mia conoscenza delle rune non è sufficiente per riuscire a identificare nessuna di quelle sulla pistola. L’ho puntata verso l’albero di prima, un po’ per scherzo, un po’ per capire quanto fosse pesante; poi ho premuto il grilletto, si è sentito un BANG fortissimo e dall’albero sono esplose un mucchio di schegge.


Il mio braccio è stato spinto all’indietro dalla potenza del colpo. E siamo rimasti tutti fermi a fissare la scena. Avevo un ronzio nelle orecchie, ma mi è parso di sentire Round Tom che diceva qualcosa al Generale Winter. Sono abbastanza certo che le parole Primo Erede facessero parte del discorso.


Quel che è certo è che, quando li ho guardati di nuovo, sia Round Tom che il Generale Winter avevano espressioni attente, prudenti.


“Forse dovresti portare questo oggetto in casa e scoprire se per gli altri Nephilim ha qualcosa di familiare,” ha osservato in tono piatto il Generale Winter.


“Sono certo che funzioni solo per gli Shadowhunters,” gli ho risposto, ma lui si è limitato a rivolgermi un’occhiata turbata, e io sono rimasto in silenzio. “Comunque, va bene. La porto dentro.”


Potevo sentire gli sguardi del Generale Winter e Round Tom che mi seguivano mentre correvo lungo il prato e mi infilavo in casa. Jem e Tessa erano seduti su un divano in salotto e osservavano Mina colorare con i pastelli a cera su della carta per alimenti.


Non appena sono entrato con la pistola in mano hanno assunto entrambi un’espressione di completo stupore. Tessa è saltata in piedi e si è messa tra me e Mina. Ho detto a me stesso che stava tra la pistola e Mina, ma la sensazione che mi ha dato è stata comunque tremenda.


“Che cosa…” ha esclamato Jem, alzandosi, ma non è riuscito a finire la frase. È rimasto lì a fissarmi, e a fissare la pistola.


“Round Tom l’ha trovata in giardino,” ho detto. “È una pistola per Shadowhunters?” Potevo sentire la mia voce farsi sempre più tesa. “Gli Shadowhunters non usano pistole.”


“Tanto tempo fa, Christopher Lightwood ha cercato di creare una pistola che gli Shadowhunters potessero utilizzare,” ha spiegato Tessa. Fissava ancora l’arma.


“Era in una bara,” ho risposto. “Insieme a un mucchio di altra roba. Una spada rotta, e un fodero molto raffinato.”


“Mi chiedo cosa ne abbia fatto lui,” ha commentato Jem. Lui? Chi era lui?


Jem e Tessa si sono scambiati uno sguardo. “Quella pistola apparteneva a mio figlio James,” ha detto Tessa. Mi sono sentito male. Tessa difficilmente parlava dei figli che aveva con Will. “Era il solo a poterla usare. Nessun altro riusciva a farla sparare.”


“Io l’ho fatto,” ho risposto.


Mi sono parsi entrambi sorpresi, e non in modo positivo.


“Tu sei molto speciale, Kit,” ha dichiarato Jem. “Sei il Primo Erede. Ancora non sappiamo quale sia la reale forza di quel potere.”


“O forse è solo perché ha del sangue di fata,” ha commentato Tessa.


Avrei potuto rispondere loro che di sicuro il semplice sangue di fata non c’entrava niente, perché il Generale Winter non era stato in grado di usare la pistola, e lui non ha semplicemente sangue di fata; ha un corpo di fata completo, con organi di fata e tutto il resto. Però non ho detto nulla. Provavo una strana sensazione nello stomaco. Ho detto loro che avrei messo via l’arma e non l’avrei usata, e Jem e Tessa hanno dato l’impressione di pensare che fosse la cosa migliore che potessi fare; poi Mina ha aperto la bocca ed esclamato: “Pistola!”, e io mi sono sentito come se fossi la persona peggiore sulla faccia della terra.


Quindi adesso è tardi e io ti sto scrivendo questo messaggio, che brucerò non appena finito, perché non riesco a dormire. Perché non voglio essere l’unica persona al mondo in grado di far sparare una pistola magica. Non voglio che il Generale Winter raddrizzi la schiena ogni volta che mi trovo nei paraggi, come se lo superassi di rango. Non voglio niente di tutto questo. Per cinque minuti mi sono ritrovato a pensare: oh, fantastico, ho trovato questa pistola dall’aria figa e scommetto che nasconde una storia, chissà se me la faranno tenere o se dobbiamo cederla a un museo o qualcosa del genere. E poi sono riuscito a farla funzionare e immediatamente… ecco l’ennesima mia stranezza.


Buonanotte, Ty. Non ti spedirò mai questa lettera, e tu non la leggerai mai.


Kit

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