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Julian a Kieran

COMUNICAZIONE PRIVATA: NON CONDIVIDERE NEMMENO SOTTO MINACCIA DI MORTE


Da: Julian Blackthorn di Blackthorn Hall

A: Kieran, Re Unseelie


Bene, siamo tornati dalla Corte Seelie. La buona notizia: abbiamo il coltello per il pesce. La brutta notizia: non abbiamo appreso molto e abbiamo sollevato molti sospetti. Ma sono felice di condividere con te come sono andate le cose nella speranza che tu possa trovarle utili. Spero anche che tu le considererai uno scambio sufficiente per il favore che ora devi al Phouka. (Sono quasi certo che il favore prevederà l’acquisto di un cappello.)


Eravamo piuttosto nervosi di andarci, anche con l’invito di Adaon – l’ultima volta che siamo stati in Faerie, la situazione non era buona. L’ambiente era tutto fumo grigio e neve e falene e zone devastate di terra morta. Tutto questo sembra superato; Faerie appare in salute di nuovo. Era autunno là, e il terreno era coperto di foglie cadute, tutte rosse e oro.


Comunque, abbiamo seguito le istruzioni di Adaon e siamo entrati in Faerie attraverso un vecchio tumulo a Primrose Hill. Ci siamo ritrovati in una radura nella foresta con due grosse porte di legno che uscivano dal terreno. E Adaon era là ad attenderci, molto carino da parte sua.


Ma lui non sembrava contento. Si è avvicinato in fretta e ci ha spiegato che aveva dovuto dire alla Regina che stavamo arrivando. “Non c’è molto di quello che accade sotto il suo tetto,” ha detto, “di cui non sia a conoscenza. È il motivo per il quale ha mantenuto il potere per tutto questo tempo, in parte.”


Appariva così infelice che Emma gli ha detto che andava tutto bene e che non stavamo facendo niente che la Regina avrebbe potuto disapprovare, o che potesse persino interessarle. Lui ha solo scosso la testa. “Uno non può mai sapere cosa Sua Maestà troverà interessante. O cosa disapproverà. Mi ha chiesto di accompagnarvi entrambi nella sala del trono nel momento in cui foste arrivati, e quindi questo è ciò che devo fare.”


A quel punto ho iniziato a sentirmi un po’ più nervoso. Ho ricordato ad Adaon che lui aveva garantito la nostra sicurezza. Ci ha detto: “Per le leggi dell’ospitalità, per non parlare degli Accordi, non può farvi del male o imprigionarvi, se il vostro intento è virtuoso.” Ma stava di nuovo scuotendo la testa.


“Fammi indovinare,” ho detto. “La Regina ha il potere esclusivo di decidere se i nostri intenti siano virtuosi o meno.”


Adaon ha fatto un sorriso tirato. “Più o meno.” Ma ci ha portato nella sala del trono.


La sala del trono era anche essa addobbata a tema autunnale, come la radura. Ancora di più, a dire il vero. Ma non richiamava la fine dell’estato o l’essere tristi perché fosse finita. Era più come una celebrazione del raccolto. C’erano cornucopie, questo intendo dire, che traboccavano di zucche, mele, pere, pannocchie. C’erano balle di fieno, il che è in qualche modo divertente visto che nessuno in quella sala del trono ha mai, te lo assicuro, imballato del fieno. C’erano pixie con ali da farfalla infuocate che giravano intorno al soffitto.


La Regina era, ovviamente, sul trono. Indossava un abito che, giuro, era interamente fatto di scarabei verdi cuciti insieme. I suoi capelli sembravano un’esplosione di fiamme rosso-oro intorno al viso. Non sembrava più ammalata o emaciata, come l’ultima volta che l’avevamo vista, e sembrava emanare un potere che le mancava allora.


C’erano i soliti gruppi di fate sparsi nella stanza – cortigiani, immagino – che chiacchieravano, sparlavano, a volte semplicemente stavano seduti guardando in malo modo. Fin qui tutto nomale. Ci hanno a malapena notato, si sono voltati a guardarci, realizzando che non eravamo di loro interesse, e sono tornati al loro ozio.


Mi aspettavo che la Regina iniziasse subito a insultarci, ma a dire il vero è stata piuttosto cordiale. Non accogliente. Ma nemmeno scortese. Certo, ha voluto ascoltare i nostri complimenti sugli addobbi prima. Ha indicato con la mano la sala del trono e ha esordito con: “Avete scelto una bella stagione per visitarci.”

“È più allegra dell’ultima volta,” ha risposto Emma.


“Eppure avete scelto di tornare,” ha detto la Regina, come se ne fosse compiaciuta, “nonostante la…mancanza di allegria durante il nostro ultimo incontro.”


“È passato molto tempo da quando abbiamo visto il nostro amico Adaon,” ho detto io. “Desideravamo il piacere della sua compagnia.”


“Tu dici?” ha risposto la Regina, che immagino sia il modo di dire Fairie per Questa è sicuramente una balla. “Come sicuramente saprete, non mi è ignoto che tuo fratello è il consorte del Re Unseelie.”


“Uno dei suoi consorti,” ha precisato Emma.


La Regina l’ha ignorata. “Sicuramente avrete immaginato che vi avrei sospettato di spionaggio.”


“Non siamo qui per conto del Re Unseelie,” ho detto, “ma piuttosto per il nostro interesse per la Corte Seelie. A dire il vero la nostra famiglia è connessa alla Corte Seelie in molti modi. Come voi sapete.”


La Regina ha ignorato anche me. “La vostra miglior difesa, mi pare, è che voi siete una scelta talmente ovvia per fare spionaggio, che sicuramente Kieran Kingson (credo che questo fosse un insulto per te, me o entrambi) sarebbe più astuto per scegliere voi come sue spie.”


“Anche questo è vero,” ha detto Emma.


“Bene, dunque,” ha ripreso la Regina. “Raccontatemi una storia. Qual è il vostro scopo qui?”


Ho pensato che non avevamo niente da perdere a raccontare la verità – davvero non stavamo facendo niente di cui la Regina dovesse preoccuparsi. Quindi le ho raccontato l’intera storia: abbiamo ereditato la casa a Londra; la casa è maledetta; vogliamo rompere la maledizione. Ho sottolineato che né la casa né la maledizione erano legate alle fate. (Non ho parlato di Round Tom, perché ho pensato che potesse sviare dallo scopo principale.)


Rompere la maledizione richiede (tra le altre cose) che recuperiamo questo coltello per il pesce; abbiamo saputo che il coltello per il pesce è o era di proprietà del phouka Socks MacPherson; siamo venuti per contrattare con lui e abbiamo chiesto un invito ad Adaon perché non avevamo modo di contattare MacPherson direttamente.


“Tutto ciò che dobbiamo fare,” ha detto Emma, “è contrattare con MacPherson per il coltello per il pesce. Possiamo farlo qui nella sala del trono, se potete mandarlo a chiamare.”


La Regina all’improvviso è sembrata molto interessata. “Accettereste di svolgere i vostri affari qui e di non entrare per nulla nella Corte vera e propria?”


Ho spiegato alla Regina che condividevamo fortemente il suo desiderio di non essere obbligati a entrare nella Corte.


È sembrata sorpresa, ma ha chiamato uno dei cortigiani e gli ha bisbigliato qualcosa. “Il phouka verrà fatto chiamare,” ha detto. “Principe Adaon, quando i Nephilim avranno concluso le loro trattative con lui, li scorterai all’uscita e ti assicurerai che se ne vadano.” Adaon si è inchinato a mostrare il suo assenso. “E adesso,” ha detto, e i suoi occhi sono scattati da un lato, “vi chiedo perdono, vedo che sono richiesta.”


Ci siamo spostati di lato per lasciarla scendere dal trono. Ho visto che è entrato un uomo che non ho riconosciuto – ma era chiaramente qualcuno d'importante visto che era vestito in modo tanto diverso da chiunque altro lì dentro. Più che un abbigliamento consono per la corte, indossava un mantello con cappuccio grigio-verde, e il suo volto era coperto da una maschera a forma di testa di falco. I suoi abiti erano più adatti alla caccia nei boschi che per altro, ma erano perfettamente puliti. Non sapevo cosa pensare di lui – ma ho pensato fosse meglio dare a te una sua descrizione. Hai detto di cercare qualsiasi cosa fosse nuova o fuori posto, e non ho potuto fare a meno di pensare che lui rispondesse a questa descrizione.


Abbiamo aspettato lì intorno e abbiamo parlato con Adaon per un paio di minuti, poi è arrivato Socks MacPherson. Abbiamo incontrato un paio di phouka precedentemente – uno di loro è il portinaio del Mercato delle Ombre di Los Angeles, come forse ricorderai – e avevo pensato che magari MacPherson fosse uno di loro, ma no, totalmente diverso. Indossava un enorme cappello tondo di pelliccia dal quale uscivano le orecchie. Era un cappello veramente gigante.


È sembrato sorpreso che la Regina ci avesse lasciati soli, e ha detto che era dispiaciuto se fossimo stati infastiditi così tanto per colpa sua. Ho detto che probabilmente sarebbe rimasta a controllarci ma che era stata inaspettatamente chiamata da un’altra parte. MacPherson ha sollevato le spalle e ha detto: “Pensa che tutto sia una mossa in un gioco di scacchi a cinque dimensioni al quale sta giocando. Ma a volte, alcuni vogliono soltanto barattare con me un utensile da cucina. Restando in tema, ho il coltello per il pesce.”


L’ha tirato fuori da una specie di borsa da viaggio che aveva con sé e immediatamente il Sensore di fantasmi è impazzito e lui è balzato via e si è nascosto dietro un gruppo di cortigiani. Anche se riuscivamo ancora a vedere il suo cappello. (E le sue orecchie che si agitavano sopra il cappello.) Quindi abbiamo dovuto raggiungerlo e spiegargli che era solo un dispositivo che rilevava gli oggetto maledetti che stavamo cercando e che il rumore era un segno buono perché confermava che il coltello per il pesce era quello che volevamo noi. I cortigiani ci hanno allontanato; avevano qualcosa di importante di cui crogiolarsi e che noi stavamo ritardando.


Socks ha borbottato che ovviamente “quel miserabile di Spoon” gli aveva dato un coltello per il pesce maledetto. “Non so perché ho accettato l’affare,” ha detto. “Non mi serve una cosa come questa. Sono vegetariano.”


Finalmente ci ha chiesto qual era la nostra offerta, gli abbiamo detto del favore che gli avresti concesso e gli abbiamo spiegato perché eravamo autorizzati a fare un’offerta del genere. Ha detto che l’offerta era accettabile e abbiamo portato a casa il coltello per pesce.


Riassumendo: Socks MacPherson è protetto dalla Corte Seelie ma non ha avuto problemi ad accettare un favore dalla Corte Unseelie. La Regina rimane sospettosa, sia nel senso che sospetta di noi sia nel senso che il suo comportamento è stato di per sé strano. La Corte Seelie sta decisamente nascondendo qualcosa, considerato quanto sollevata fosse la Regina nel momento in cui ha realizzato che davvero non avremmo lasciato la sala del trono per entrare nella corte a guardare in giro. Ho avuto la sensazione, basata sul niente a dire la verità – che non sia qualcosa ma qualcuno che stanno nascondendo – se fosse stato un oggetto sicuramente avrebbero potuto nasconderlo dove non avremmo potuto vederlo, no? Ma è solo una sensazione.


E questo è tutto. Hai la mia più profonda gratitudine, come sempre, per tutto l’aiuto che ci hai dato. Sono sicuro che ti aspettassi più informazioni di quelle qui sopra, ma spero ti siano comunque di qualche utilità.


Tutto il nostro amore a Mark e Cristina, e a te ovviamente. E, soprattutto, gloria a Kraig.


Julian

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