Caro Bruce,
Scusa, è da un po’ che non ti aggiorno. È stato tutto un po’ assurdo da quando Ty ha mandato il Sensore di Fantasmi. Un gesto incredibilmente utile e gentile da parte sua, e avevamo deciso che anche se non avesse funzionato gli avremmo detto che invece aveva funzionato, ma alla fine è stata una decisione inutile. Funziona per certo. Nel momento stesso in cui lo abbiamo aperto, ha iniziato a fare strani piccoli rumori e bip. Non sembrava reagire a nulla di specifico, piuttosto all’ambiente stesso della casa, facendo i capricci come un bambino nervoso.
Julian ha deciso di usarlo un po’ come uno strumento da rabdomante, andando dove c’erano i rumori e i bip più forti. Abbiamo passato circa un’ora a girovagare per la casa mentre il sensore fischiava come una teiera infuriata.
Alla fine, il sensore ci ha condotti ad uno dei corridoi del piano superiore. Non c’è più mobilio ora, e sembra un po’ abbandonato, con pezzi di tende sbrindellate che pendono dalle finestre e una cornice vuota appesa al muro. Era anche abbastanza inquietante stare in quella stanza con il sensore che andava a mille ma essere incapaci di vedere qualcosa. Ci siamo entrambi guardati, pensando,
c’è davvero un fantasma qui con noi?
In quel momento mi sono ricordata di ciò che ho letto nel diario di Tatiana Lightwood, di come aveva nascosto le pagine del suo vecchio diario nel muro. Mi sono avvicinata al muro ed ho bussato. Jules ha subito intuito quel che stavo facendo ed ha iniziato anche lui a dare colpetti al muro e alla fine abbiamo trovato una sezione che suonava vuota. L’abbiamo entrambi fissata per un po’, prima che Julian dicesse, “Aspetta”. È andato di sotto ed è ritornato con un martello. Ha fatto per colpire il muro ma l’ho fermato. “Credo ti debba togliere la giacca mentre lo fai. E forse anche la maglietta.”
È cortesemente rimasto in canotta. Il mio uomo. Potrei aver fatto una foto.
L’intonaco ha iniziato a volare ovunque. Quasi subito Julian è riuscito ad aprire un buco nel muro, rivelando uno spazio vuoto oltre esso.
Julian si è allontanato mentre io ho infilato una mano dentro. Non ti so dire quante ragnatele ho trovato, Bruce. È stato disgustoso. Alla fine ho tirato fuori un sacco di vecchie pagine messe insieme. Non posso non pensare che siano le pagine del vecchio diario di Tatiana, quelle che aveva detto avrebbe distrutto, ma sono così rovinate dall’acqua che non posso esserne certa. Mi stavo giusto chiedendo se dovessi dire a Julian del diario – per qualche strana ragione ancora non gliel’ho detto – quando lui ha infilato la mano nel buco e tirato fuori una tavola di legno intagliata con lettere e numeri.
“È una tavola Ouija,” ha detto. “Dru ne voleva una lo scorso Natale.”
Ho sempre pensato che le tavole Ouija facessero parte della superstizione umana. Come la chiromanzia, qualcosa che gli Shadowhunters non dovessero prendere sul serio. Ma il sensore stava impazzendo emettendo questi segnali rosso scuro che mi ricordavano la collana di Isabelle. “Dovremmo provare a usarla?” ho chiesto. Julian ha corrugato la fronte. “Non lo so. Quando ne stavo cercando una per Dru, ho scoperto che possono essere piuttosto... pericolose.”
Insomma, ti sto scrivendo mentre sono stesa sul letto. Julian si è già addormentato, con dell'intonaco tra i capelli. È così carino. In ogni caso, abbiamo deciso di usare la tavola Ouija domani. Siamo Shadowhunters, possiamo gestire dei fantasmi, vero?
Buonanotte, Bruce. Penso che leggerò un po' dal diario di Tatiana per prendere sonno. Nel frattempo, goditi il bel bocconcino.
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