Caro Bruce,
ah, è bello essere di nuovo nell’umida, tetra rovina che è la Maledetta Blackthorn Hall. Sai, quasi mi mancherà la maledizione, quando sarà rimossa. Sto scherzando! Cirenworth dimostra che puoi avere un’antica dimora con centinaia di anni di storia e che questa può essere calda e ospitale e accogliente.
Siamo tornati ieri sera, e poi questa mattina è arrivata Hypatia con alcuni altri pezzi tradotti del diario di Tatiana. (Non temere, Bruce, tu sei il mio Unico Vero Diario. Il diario di Tatiana non significa niente per me, giuro, niente!) È stata molto stramba al riguardo come al solito, ovviamente; le traduzioni sono tutte su queste enormi pagine di pergamena che sembrano accessori di scena di un film e invece no, Hypatia semplicemente ama usare antica pergamena ingiallita per il suo lavoro nel ventunesimo secolo. Stregoni! Ha borbottato qualcosa su fogli lavorati, linguaggio demoniaco e così via. E indossava una specie di abito borgogna degli anni 40 con un cappello abbinato e Bruce, la tesa di quel cappello era così ampia che pensavo che il vento l’avrebbe portata via. (Oh, avrei dovuto dire che eravamo all’esterno. Julian era sul tetto con i costruttori, non la mia situazione ideale, quindi controllavo dal cancello d’ingresso mentre cercavo di accorciare i rami d’erica, che qui crescono dieci volte più velocemente che qualsiasi pianta in California nonostante il clima decisamente peggiore. Ho fatto notare questa cosa a una delle fate e mi ha guardo dicendo, “Black.Thorn.” E poi se n’è andato come se avesse detto una cosa ovvia. Ma era Casa Lightwood prima, gli ho risposto urlando, ma mi ha ignorato. E forse è meglio, a dire il vero.)
Sono abbastanza certa che i cespugli di erica siano cresciuti di qualche centimetro mentre parlavamo, ma dovranno attendere. Ho recuperato Julian dal tetto e siamo rientrati a leggere.
Sembra che Hypatia abbia iniziato davvero a riflettere su quello che sta traducendo; invece di tradurre tutte le pagine, questa volta ha preso pezzi da una serie di pagine e li ha messi insieme (li ha datati tutti). Il che è un po’ un peccato perché in un certo modo mi piaceva vedere Tatiana parlare dei suoi abiti o dei suoi fratelli o di qualsiasi cosa in mezzo a tutte, diciamo, le cose demoniache. Ma riconosco che le cose demoniache sono il motivo per cui siamo qui. Come dice il vecchio motto Shadowhunters, “Shadowhunters: quelle cose demoniache sono il motivo per cui siamo qui.” Ma in latino probabilmente.
Ecco alcuni pezzi tradotti per te, Bruce. Non includerò le date, ma coprono un periodo di anni. La prima è del 1878 e poi la maggior parte sono del decennio 1880, ma poi c’è un buco e l’ultima è del 1903. (Ad un certo punto prima di allora Tatiana sembra aver trovato un “sostenitore” di qualche tipo, anche se non dice di chi si tratta. O per quale motivo qualcuno avrebbe dovuto essere il mecenate di una persona così sgradevole…)
Mio padre è morto e Rupert è morto. Non riesco a parlare di quello che è accaduto; quando ci provo, le parole non mi vengono. È colpa dell’Enclave di Londra, molti di loro erano presenti alla loro morte. Non solo non hanno salvato nessuno dei due uomini che amo di più, oserei dire che hanno accelerato il disastro. Dovrei, come minimo, presentare un reclamo ufficiale al Clave, ma ho scarse speranze di giustizia, ovviamente. La corruzione tra i Nephilim qui a Londra arriva dritta fino alle radici.
Non posso credere di essere rimasta sola. Mia madre, andata. I miei fratelli, andati. Le mura di Casa Lightwood sono le mie sole compagne, il loro silenzio un terribile promemoria di quanto ho perso in così poco tempo. Oggi sono passata di stanza in stanza, e ovunque abbia trovato uno specchio, l’ho distrutto. Ho lasciato il vetro lì dov’è caduto, come memento che ogni cosa luminosa e buona è stata distrutta.
Ho l’anello di Rupert. È tutto quello che mi rimane di lui. So che dovevo essere stata felice, in piedi accanto a lui a recitare i voti di matrimonio. Non riesco a riportare alla memoria quella sensazione. C’è sangue sull’anello. Il suo sangue. Non lo pulirò mai.
Per onorare la memoria di mio padre, ho iniziato a studiare i suoi libri nella libreria. Non quella di cui sa il Clave, ovviamente, quella che hanno saccheggiato dopo l’incidente in cui è morto, ma l’altra, il luogo sacro di mio Padre, che l’incantesimo nasconde. Voglio imparare quello che sapeva lui. Cercare il potere che mi aiuterà, ora che sono stata lasciata senza nulla. Ho trovato solo una cosa che mi fa davvero battere il cuore: a causa della sua fine violenta, lontano dalla sua stessa casa, è probabile che lo spirito del mio Rupert sia ancora presente qui nella casa. Se lui è qui, lo troverò. Lo vedrò e saprò che il nostro amore è più potente della morte.
Ho cercato e cercato ancora, recitato incantesimi su incantesimi. Non ho visto alcun fantasma, né di Rupert, né di mio Padre. Nemmeno di qualche lontano parente Lightwood morto da tempo che avrebbe potuto infestare il posto in precedenza. È l’incantesimo di mio padre che tiene lontani i morti da questo luogo? O questo m’impedisce soltanto di trovarli? Ma adesso sono padrona di quell’incantesimo, così come sono la vera erede della casa. (Se G e G cercheranno di togliermela, scopriranno che c’è ben più di un incantesimo a contrastarli.)
La protezione di mio Padre sta scomparendo. Riesco a percepirlo, mentre sono in questa casa, e diventa parte di me, e io divento parte di lei. Un giorno mio figlio erediterà la casa – l’ultimo regalo che Rupert mi ha fatto – e non permetterò che Blackthorn Hall sia pericolosa per me e la mia famiglia. Ho letto approfonditamente dell’incantesimo e do la colpa all’urna che contiene le ceneri di mia madre, che è caduta dalla sua nicchia nella tomba dei Lightwood in campagna e si è scheggiata malamente. Non si è rotta, ma da allora ho sentito più intensamente gli occhi del mondo su di me. Ma credo che gli oggetti possano essere sostituiti, se la magia viene rinforzata, e dunque anziché nell’urna l’incantesimo ora risiede nella spilla da lutto di mio Padre, che contiene una ciocca dei capelli di mia Madre, e che ho posizionato al posto dell’urna. L’incantesimo è stato riformulato e rinforzato. Padre sarebbe fiero di me. Aveva ragione nel rendermi erede di tutto il suo lavoro.
Rupert è qui, lo so, anche se non posso vederlo o sentirlo. Dove altro, a dire il vero, potrebbe essere se non accanto a me, al suo posto, dove avrebbe dovuto restare prima che la sua vita venisse così prematuramente interrotta dalle macchinazioni dell’Enclave. A volte durante la notte mi sembra di poterlo quasi vedere, come se si nascondesse dietro un sottile velo che divide il mondo dei vivi da quello dei morti. E ora devo fare in modo che resti con me.
Ho compreso che gli oggetti dell’incantesimo di protezione sulla casa erano cose importanti per mio Padre, quando era il padrone qui. Ma ora sono io la padrona, e avendo studiato più a fondo le ricerche di mio Padre, era solo questione di sistemare il suo anello in una posizione di potere. Sarà parte dell’incantesimo da qui in avanti, proteggendo la casa come Rupert avrebbe protetto me.
Vedi, Bruce, come l’ultimo scritto sembri… differente?
Vendetta. Rivincita. Sono vicine.
Ma il potere della casa si dissolve. Nel momento peggiore.
Ho invocato il mio patrono. Ha detto che la magia era stata fatta da me e solo io posso ripristinarla. Ma – poiché è più perspicace di chiunque altro – si è accorto che l’avevo ripristinata già in passato. Mi ha chiesto su quali oggetti si reggesse l’incantesimo e gliel’ho detto: la spilla, la pelle di serpente, e così via.
E mentre parlavo è bastato un suo sguardo d’intesa perché lo capissi. Gli oggetti erano dei tempi di mio Padre, e mentre la sua memoria e il suo onore non spariranno mai dalla mia mente, sono comunque trascorsi più di vent’anni.
Ho compreso al volo il mio patrono: era tempo di rimpiazzare i punti di appoggio dell’incantesimo con oggetti miei. Non solo l’anello di Rupert, ma cose nuove.
Cosa poteri usare? Sono stata sola per così tanto tempo. Ho perso un figlio e non c’è stato aiuto per me. Mi rimane solo una cosa: la mia vendetta. E dunque prenderò gli oggetti dei miei nemici. Li prenderò da sotto i loro nasi, dalle loro stesse case. Il loro dispiacere, e la mia soddisfazione vedendolo, saranno la forza che manterrà sicura Blackthorn Hall – sicura da loro! È il tipo di astuzia per la quale il mio patrono è rinomato e che ama di più.
E una volta che le mie protezioni saranno tornate alla loro massima forza, finalmente pagheranno per i loro peccati. Pagheranno con il loro sangue.
Brrr. Già solo leggerlo mi dà i brividi. Immagino che non li abbia davvero fatti pagare con il sangue o Tessa e Jem l’avrebbero probabilmente ricordato. (Sarebbero stati tra le sue prede, ne sono certa.) Quindi facciamo un riassunto, Bruce: il fantasma è Rupert Blackthorn, il marito di Tatiana. È morto in una sorta di tragedia e lei ha dato la colpa alle famiglie di cui hanno parlato Tessa e Jem – gli Herondale, i Carstairs, i Lightwood… dunque ha rubato le loro cose.
Immagino che sia chiaro cosa dobbiamo fare adesso.
Comments