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Emma a Bruce

Caro Bruce,


È l’ora del tè. Ora che io e Jules ci troviamo in Inghilterra, stiamo cercando di adottare il concetto di ora del tè, anche se, come già sai, preferisco prendere la mia caffeina sotto forma di cioccolato. (Al contrario di Cristina, che è letteralmente dipendente dalla caffeina.) Biscotti con gocce di cioccolato, brownies, gelato – qualsiasi forma di cioccolato è benvenuta e ben accetta, e qua in Inghilterra, c’è del cioccolato eccellente. Sono diventata dipendente dalle barette Galaxy.


Jules è fuori a parlare con gli appaltatori – posso vedere Round Tom agitare le braccia per aria per qualche motivo – quindi ho pensato che mi sarei presa un momento per aggiornarti su quello che è successo dall’ultima volta che ho scritto.


Se ti ricordi, abbiamo trovato una fiaschetta di argento alla Devil Tavern che sembra far impazzire tutti gli allarmi del radar per fantasmi di Ty. È una bellissima fiaschetta... incisa con fiori, ali di farfalla e le iniziali MF. L’abbiamo portata alla Blackthorn Hall e le abbiamo dato un’occhiata alla luce del giorno, dove ho immediatamente ricordato dove ho già visto quel disegno a farfalla.


Sull’anello di famiglia dei Fairchild.


Lo so per via di Clary. (Non passo molto tempo a fissarle i gioielli, Bruce, ma gli Shadowhunters sono molto fissati con i simboli di famiglia, in generale. E c’è stata un’occasione in cui ho preso in prestito la sua giacca nel regno delle Fate e poi sono andata a Thule e tutti pensavano che lei fosse morta perché il suo anello era nella tasca… ma è una storia per un’altra volta. Ho già abbastanza da raccontare del presente.) Quindi io e Jules abbiamo concordato che chiunque avesse avuto quella fiaschetta sarebbe dovuto essere un Fairchild il cui nome iniziava per M. Un’intuizione degna di Sherlock, lo so.


Durante un pranzo a base di toast al formaggio abbiamo deciso che sarebbe stato meglio fare delle ricerche più approfondite piuttosto che buttarsi e chiedere direttamente al fantasma SEI UN FAIRCHILD, Sì/NO. Così abbiamo mandato un messaggio di fuoco a Helen e Aline. Ci sono molte vecchie cronache di famiglie Shadowhunters nella biblioteca dell’Istituto di LA, e abbiamo chiesto loro di cercare Fairchild con M come iniziale del nome. Immagino che Helen si fosse svegliata presto, perché ci ha risposto abbastanza in fretta con una breve lista di candidati. Medea Fairchild, Myles Fairchild e Matthew Fairchild. Non era chiaro dai documenti se qualcuno di loro fosse un antenato di Clary, ma sono curiosa! (Spero personalmente che Medea lo sia, perché è proprio un nome cazzuto della mitologia.) In ogni caso, non ci abbiamo messo molto a trovare un candidato per il Proprietario della Fiaschetta d’Argento. (Rullo di tamburi, grazie, Bruce.) Il candidato è… Matthew Fairchild.


L’abbiamo dedotto perché Medea è morta nel 1802 all’età di 79 anni e Myles è morto nel 1857 a 59 anni. Quindi, dato il periodo di tempo a cui ci riferiamo – Jem ha detto che i suoi amici frequentavano la Devil Tavern durante la prima metà del secolo scorso – Matthew, nato nel 1886, era l’unico che corrispondeva. (Non c’era una data di morte per lui, apparentemente, che non vuol dire che ha vissuto per sempre o che è morto alla nascita, i documenti di quel periodo sono un po’ lacunosi.)


Senza ulteriori indugi, siamo tornati nella sala da pranzo per contattare il nostro fantasma misterioso. Giuro, anche se l’abbiamo spazzata più volte, quella stanza sembra diventare sempre più polverosa. Avevo lasciato alcuni fogli dell’archivio Blackthorn (che è un modo gentile per dire “il mucchio di spazzatura con occasionali cose interessanti”) impilati sul tavolo da pranzo, ed erano tutti in disordine. Mi sono chiesta se il fantasma stesse cercando di leggerli in nostra assenza.

Julian si è schiarito la voce. “Attenzione, fantasma”, iniziò.

“Forse a loro non piace essere chiamati ‘fantasma’”, ho sibilato sottovoce. “Forse dovremmo riferirci a loro come ‘Persona Deceduta’.”

“Così suona medico,” disse Julian. “Come se fossimo in un obitorio.”

Eravamo entrambi scoraggiati dall’idea di essere in un obitorio. Dopo un attimo di riflessione, Julian disse: “Che ne dici di spirito o spettro?”

Le tende si sono mosse anche se non c’erano finestre aperte. Apparentemente spettro era la scelta popolare.

“Matthew?” dissi, piano. “Matthew Fairchild?”


È un bel nome, Matthew. Ho pensato a Matthew Fairchild, nato nel 1886, e mi sono chiesta come fosse stato. Ho immaginato se tutto ciò che era rimasto di lui era un soffio d’aria che agitava le tende della nostra sala da pranzo.


Anche se le tende non si stavano muovendo in questo momento. Erano completamente immobili.

“Sei Matthew Fairchild?” Chiese Jules, decidendo chiaramente che dovevamo essere più specifici.


Le tende hanno dato quello che posso solo descrivere come una piccola scossa infastidita. Questo ha sollevato altra polvere, che ha reso l’aria nebbiosa. Ho sentito un rumore dietro di me e mi sono voltata. La pila di fogli sul tavolo si era ribaltata. Le carte erano state scagliate in tutte le direzioni da una mano invisibile e arrabbiata.


“Quindi – non sei Matthew Fairchild?” ho detto, combattendo contro l’impulso di starnutire. “Ascolta, va bene se non lo sei – vogliamo solo aiutare – continueremo a cercare –”


I fogli smisero di volare. La stanza era di nuovo silenziosa. Ovattata, persino, come all’interno di un Istituto. Ho pensato che il nostro amico spettro se ne fosse andato e ho realizzato di essere delusa. Avevo veramente sperato che avremmo trovato una risposta…


Poi Julian ha posato la mano sul mio braccio. E ha indicato. Mi è venuta la pelle d’oca su tutto il corpo. Sulla polvere del pavimento un dito invisibile stava scrivendo delle parole – stava scrivendo nel corsivo antico che ci è diventato familiare sin dal nostro arrivo a Blackthorn Hall.


Le parole sono apparse una alla volta, le lettere tremolanti e appuntite, come se il fantasma fosse agitato.


Leggete il diario


L’immagine del diario di Tatiana mi è balzata in mente. Sapevo, in qualche modo, che era quello il diario al quale il fantasma si stava riferendo. Sono apparse altre parole:

LEGGETE IL DIARIO

LEGGETE IL DIARIO

LEGGETE IL DIARIO


“Ma l’ho fatto,” ho detto senza pensare. “Io ho letto il diario.”

Julian si è voltato a guardarmi, con una vuota espressione di sorpresa che gli si disegnava in volto. “Emma,” ha detto. “Quale diario?”

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